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BURANO
Burano è un'isola che si trova nella Laguna di
Venezia, a nove chilometri di distanza a nord dalla città. Burano è
composta a sua volta da quattro isolotti collegati da un lungo ponte
all'isola di Mazzorbo e conta circa 2800 abitanti. Le principali
attività sono la pesca, la
cantieristica (barche a remi e a motore) e la
fabbricazione del merletto. Negli ultimi decenni la
principale fonte di ricchezza di Burano è derivata dall'indotto proveniente
dal turismo. Secondo la tradizione il nome
di Burano deriva dalla porta Bòrea, di Altino: sembra
infatti che i primi abitanti dell'isola, fuggitivi dalle
invasioni barbariche, fossero di origine latino-altinate.
Il primo nome dell'isola fu quindi Vicum Burianum.
Si può arrivare a Burano con mezzi privati e
con mezzi pubblici. Tra le molte società private che offrono
escursioni a Burano citiamo: Venezia
Noleggi Imbarcazioni, Veniceboat. Actv fornisce un regolare servizio
pubblico di vaporetti (linea 12) verso Burano con partenze dalla fermata
Fondamente Nove ogni trenta
minuti durante il giorno. Il tragitto dura circa 40
minuti, il costo del biglietto è di 7,00 euro. Durante il percorso si vede a destra l'isola del cimitero,
poi a sinistra Murano (fermata Actv presso il faro). Entrando nel
Canal dei Marani si giunge in aperta laguna, a destra si scorge
l'Arsenale e la verde Certosa, quindi le isole delle
Vignole e di Sant'Erasmo, autentici orti dell'estuario (i cui prodotti
agricoli arrivano quotidianamente al mercato di Rialto).
Si passa vicino alle isole di San Giacomo in Paludo e poi della
Madonna del Monte, quest'ultima veramente in stato di rovina.
Si giunge poi a Mazzorbo, l'antica
Maiurbum un tempo luogo di soggiorno con
ville di patrizi veneziani, ora piena di orti e vigneti. Di fronte al
pontile dei vaporetti di Mazzorbo si trova la "Trattoria Maddalena" - Fondamenta Santa Caterina 7, tel. +39 041 730151. Uscendo dal
Canale di Mazzorbo si vede a destra la Chiesetta di Santa Caterina,
fondata nel '300, mentre a sinistra si scorge il profilo di
Torcello.
Si arriva quindi all'unico imbarcadero di Burano, antistante
ai giardini pubblici, provvisti di panchine, luogo perfetto
se volete improvvisare un picnic e comunque il posto
dal quale si inizia la visita a Burano. Si può raggiungere Burano
anche da Treporti o da Punta Sabbioni tramite la linea di
vaporetti 12 fornita da Actv.
La tradizione vuole che quest'isola abbia
un aspetto multicolore per un singolare motivo:
durante la stagione invernale Burano viene spesso avvolta dalla nebbia e quando i
pescatori tornano alle proprie case le possono più facilmente
riconoscere per via dei loro diversi colori. Per questo gli abitanti
di Burano dipingono gli esterni delle case di colore verde pisello, lilla,
azzurro, giallo e così via. Il singolare ambiente di Burano attirò
nei primi anni del novecento molti pittori. Nacque e prosperò così,
tra il 1911 e il 1946, la cosiddetta "Scuola di
Burano", non una vera scuola
ma piuttosto una stagione importante per la pittura
moderna veneziana. Citiamo solo alcuni di questi artisti
che vissero a Burano: Gino Rossi, Arturo Martini,
Novello, Dalla Zorza.
L'arte del merletto ha tradizioni antiche a Burano. La produzione
cominciò dal XV° secolo, sostenuta nel tempo dalla dogaressa
Morosina Morosini prima e da Giovanna Duodo, moglie del doge
Pasquale Malipiero, poi. Il "punto Burano" o "punto in
aria" (così detto perchè la creazione non viene appoggiata
alla tela, nè ad alcun altro tessuto di fondo) divenne una tecnica
apprezzata e richiesta in tutta Europa. La concorrenza francese si
fece sentire nella seconda metà del '700 per colpa di Colbert, primo
ministro del re Luigi XIV, il quale con soldi e lusinghe fece
arrivare alla sua corte molte merlettaie buranesi.
A nulla valsero i
decreti della Serenissima vietando l'espatrio alle transfughe:
la crisi del merletto
era cominciata. Aggiungendo al danno la beffa,
a Burano si cominciò ad usare la tecnica del "point de
France". Tale situazione perdurò fin sul tardo ottocento,
quando grazie agli sforzi della contessa Adriana Marcello e
all'anziana maestra merlettaia Cencia Scarpariola (all'epoca
ottantenne e quasi cieca) che la tradizione secolare del
"punto Burano" potè essere salvata e quindi tramandata.
Venne quindi fondata a Burano una scuola e un laboratorio di merletti,
sotto il prestigioso patrocinio della regina d'Italia, Margherita
di Savoia.
La strada principale di Burano si chiama
Via Galuppi, qui sono presenti molti negozi che vendono merletti, e
panifici e pasticcerie che espongono il dolce tradizionale
dell'isola: il Bussolà, un cerchio di pasta dolce e dura a
base d'uova del diametro di circa 10 centimetri. Altra variante
del Bussolà si chiama Esse, con la sua tipica forma ad "esse",
ma con lo stesso sapore. Burano vale sicuramente la pena di essere
visitata anche se il vostro soggiorno a Venezia dovesse essere
breve. A Burano si vive un'atmosfera speciale,
probabilmente la stessa che c'era in città nei tempi andati,
prima che il turismo di massa prendesse il
sopravvento. Dopo le sette di sera, quando gli ultimi turisti
hanno lasciato Burano, ci si ritrova immersi in un
luogo senza tempo.
Giornalmente, in Campo della Pescheria, ha luogo il
Mercato Ittico che offre sempre pesce fresco ed un
piccolo mercato che espone frutta e verdura proveniente
dall'estuario. Ogni settimana, in Rio Terà del Pizzo, si
tiene il Mercato di Burano, dove si possono comprare alimentari e
altro. A Burano ci sono alcuni ristoranti che offrono
naturalmente pesce fresco, pescato spesso in giornata, segnaliamo
per primo quello più prestigioso: "
Da
Romano ", Via Galuppi 221
tel. +39 041 730030, che ha vantato in passato numerose celebrità
tra i propri clienti.
Ristoranti di Burano
"Ristorante al Vecio Pipa" - Burano, Strada San Mauro 395, tel. +39 041 730045.
Trattoria al Gatto
Nero " - Burano, Via Giudecca 88, tel. +39 041 730120.
"Trattoria al Raspo de Ua
" - Burano, Via Galuppi 560, tel. +39 041 730095.
"Ristorante dal Baffo" - Burano, Via Galuppi 359, telefono +39 041 730108.
"Ristorante Galuppi" - Burano, Via Galuppi 468, telefono +39 041 730081.
"Ristorante da Forner
" - Burano, Fondamenta Terranova, tel. +39 041 730002.
"Ristorante ai Pescatori" - Burano, Via Galuppi 371, telefono +39 041 730650.
"Ristorante Amadi" - Burano, Piazza Galuppi 227, telefono +39 041 730092.
"Ristorante Riva Rosa" - Burano, San Mauro 296, tel. +39 041 730850.
"Ristorante Pizzeria Principe" - Burano, S. Mauro 455, tlf. +39 041 735067.
A Burano viene molto praticata la
voga alla veneta (voga in
piedi), un tempo necessaria per portare il pescato a Venezia o in
terraferma, attualmente si pratica quasi solo per sport.
Seguitissima dagli appassionati è la Regata di
Burano
per gondole a due remi, che si
svolge ogni anno la terza domenica di settembre e rappresenta la
rivincita della Regata Storica che si disputa solo due settimane
prima. Burano ha dato i natali a grandi Campioni del Remo, l'ultimo
dei quali si chiama Sergio Tagliapietra detto "Ciaci"
(Burano 1935), capace di vincere ben 14 edizioni
della
Regata Storica (su gondolino), 21 regate di Burano e
18 Regate di Murano (su gondola a un remo).
"Ciaci" rappresenta
un autentico mito per Burano avendo vinto oltre 200 bandiere
rosse (il premio che riceve il primo arrivato nelle regate di voga
alla veneta; il secondo vince la bandiera bianca, il terzo la verde,
il quarto la blu). Sergio Tagliapietra fu inoltre olimpionico
a Melbourne e a Tokyo ed ha vinto ben 13 edizioni del Palio delle
Repubbliche Marinare.
Tipico modo di vogare in uso tra i pescatori di Burano è quello
alla
"valesana" o alla "buranella" (il barcaiolo rema da solo in piedi con
due remi incrociati). A Burano è attiva con corsi di voga e iniziative
varie l'Associazione Remiera Vogaepara - Burano, Strada San Mauro 58,
tel. +39 041 735018.
Non si può parlare di Burano senza
accennare il nome e la vita del suo figlio più illustre: Baldassarre
Galuppi (Burano 1706 - Venezia 1785),
detto appunto "il Buranello". Egli fu compositore e autore teatrale,
le sue opere furono rappresentate a Londra (1741-46), quindi fu
chiamato in Russia dalla zarina Caterina in qualità di compositore
di corte (1765-68). Collaborò con
Carlo Goldoni nella stesura dei
libretti del principale commediografo veneziano. Compose oltre cento
opere, (specializzandosi nel genere buffo), musica sacra e lavori
strumentali. Proseguendo oltre la Via Galuppi, si giunge
all'omonima Piazza con al centro il busto del musicista.
Sulla sinistra si vede il Palazzo Comunale in stile gotico che ospita il
Museo Civico del Merletto di Burano (aperto nel 1981), che fino al 1970 aveva
annessa la Scuola dei Merletti (fondata nel 1872
dalla contessa Adriana Marcello).
Il Museo Civico del Merletto, tel.
+39 041 730034, (riaperto il 25 giugno 2011), espone mirabili testimonianze della produzione
veneziana e di Burano dal XVI° al XX° secolo. Di mattina nei giorni feriali a volte è
possibile vedere all'opera le merlettaie che confezionano le loro
trine secondo i tradizionali punti inventati secoli fa a Burano. A
destra della Piazza si vede la Chiesa di San
Martino (il Santo e Vescovo
di Tours - Francia, è anche il protettore di Burano). L'attuale chiesa
fu costruita nel corso del '500, al suo interno si può ammirare un dipinto
eseguito da Giambattista Tiepolo nel 1770, "La Crocifissione" (entrata libera, orario 8,00-12,00 e 15,00-17,00).
La
Festa di San Martino si
celebra l'11 novembre. Il campanile storto fa ormai parte da secoli del tipico paesaggio lagunare.
Oltre la Chiesa di San Martino ci si imbatte
in una serie di piccoli negozi di souvenir, nella caserma dei carabinieri (tel. +39 041 730012) ed in un chiosco di
bibite (se avete bisogno della toilette, consumate qualcosa e
chiedete gentilmente al proprietario le chiavi del bagno che si
trova nel retro). Si giunge infine ai giardini pubblici, dai quali si
gode la vista un ottimo panorama.
Non troppo distante da Burano si scorge la verde Isola di San Francesco
del Deserto. Essa giace in un angolo remoto della laguna ed
un tempo si chiamava isola "delle due vigne". Racconta un'antica
storia che nel 1220, durante una tempesta, sbarcò qui San Francesco
d'Assisi in compagnia di Frate Illuminato da Rieti, di ritorno dal
loro pellegrinaggio in Terra Santa. In quel luogo si fermò
San Francesco e vi costruì una capanna per abitarvi. Il Santo
patrono d'Italia in seguito vi piantò il proprio bastone che
germogliò mutandosi in albero al punto che ancora oggi i resti di un
pino secolare si possono vedere all'interno del convento dei
Francescani. I frati entrarono in possesso dell'isola a partire
dal 1233, dopo averla ricevuta in dono dal nobile veneziano
Jacopo Michiel. La chiesetta austera presente nel convento è del '300.
Si può visitare San Francesco del Deserto solo con mezzi propri
dato che non è previsto alcun collegamento di linea da Burano.
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